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(Tecnica) Batteria e struttura in un unico materiale.

mercoledì 3 marzo 2010, 1:08

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L'Imperial College di Londra sta mettendo a punto un nuovo materiale in grado funzionare sia come batteria sia come elemento strutturale di qualsiasi dispositivo che ha bisogno di una riserva di energia per funzionare, dai telefoni cellulari alle automobili, che hanno di fronte a loro la sfida dell’elettrificazione, ma devono trovare la quadratura tra costi, leggerezza, ingombri e capacità. Non a caso questo progetto triennale, finanziato con 3,4 milioni di Euro dall’Unione Europea :oo: , coinvolge molti partner (Swerea SICOMP, INASCO Hella, Chalmers, Advanced Composites Group, Nanocyl, Bundesanstalt Fur Material forschung undprufung, ETC Battery e Fuel Cells Sweden) e anche la Volvo che sta lavorando insieme all’ente di ricerca inglese scopritore di questo nuovo materiale che lo ha già brevettato.


Le potenzialità sono davvero interessanti perché si può immaginare di sostituire alcune parti metalliche e plastiche dell’automobile con questo nuovo materiale. Potremmo quindi ritrovarci auto che hanno tetto, cofano o anche portiere che fungono anche da batteria riducendo l’impatto degli accumulatori per peso e ingombro, due tra i problemi più grandi sia per le auto ibride, ma ancora di più per quelle che fanno del motore elettrico il loro unico propulsore. Volvo sta pensando di utilizzare questo nuovo materiale ai parafanghi dei propri prototipi ibridi ed elettrici per testarlo su strada sui progetti che riguardano effettivamente l’auto del futuro così come la immaginano e a stanno sviluppando a Goteborg. La casa svedese ritiene che l’applicazione sistematica di questa tecnologia possa ridurre il peso delle auto del futuro del 15%.


Naturalmente l’Imperial College non ha fornito specifiche tecniche su questo scuro materiale dicendo solo che contiene carbonio e resina polimerica e diffondendo solo un filmato nel quale si vede che, sottoposto a carica, accumula energia ed è in grado di rilasciarla in modo più veloce di una batteria convenzionale. Questa interessante particolarità è dovuta al fatto che la ricarica non coinvolge processi chimici o reazioni e questo ha, oltre alla velocità, un’altra fondamentale implicazione: il ridotto deperimento. Questo materiale cioè promette di durare di più delle batterie che normalmente nel tempo vedono calare la capacità e la potenza. Non si capisce però se i ricercatori britannici si riferiscano alle batterie al litio, mentre è sicuro che stanno lavorando a migliorare il comportamento di questo ancora anonimo materiale per renderlo adatto ad applicazioni plug-in sia alla semplice frenata rigenerativa. Per ora siamo al primo stadio, i successivi prevedono un ulteriore sviluppo per migliorare sia le capacità di carica sia quelle strutturali lavorando sulla nanostruttura del materiale. Una volta raggiunti gli obiettivi, si passerà a valutarne la fattibilità su scala industriale. : Thumbup : :ciau:
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FonteOmniauto.
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