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"Ecocontributo" per lo smaltimento

lunedì 27 giugno 2011, 8:48

Sta per arrivare l'ennesimo prelievo in denaro,
travestito da "ecocontributo",
Che servirà per lo smaltimento degli pneumatici consumati. Certamente l'intento è lodevole, poiché metterebbe finalmente ordine nella faccenda delle gomme a fine vita che oggi, in buona parte, finiscono nei trituratori degli sfasciacarrozze diventando così un rifiuto indistinto, oppure vengono smaltite illegalmente dalle ecomafie con metodi non certo rispettosi dell'ambiente o, ancora, alimentano un vasto mercato d'esportazione (sul quale le autorità fiscali e del lavoro farebbero meglio a indagare) verso i Paesi del terzo o quarto mondo, dove le gomme che da noi nessuno si sognerebbe più di utilizzare ancora perché insicure .
Quanto si pagherà per riciclare le gomme usate ancora non è dato saperlo con precisione, ma è noto che il contributo verrà raccolto e gestito secondo due modalità: la prima riguarda la fornitura delle gomme di primo equipaggiamento montate sulle auto nuove, la seconda l'acquisto di quelle acquistate in aftermarket rivolgendosi al proprio gommista. Nel primo caso, la somma sarà raccolta dai concessionari d'auto (che dovranno evidenziarla separatamente nella fattura d'acquisto destinata al cliente) e gestita dall'Aci, nel secondo saranno i gommisti stessi a fare da esattori ogni qualvolta venderanno uno pneumatico, conferendo poi le somme raccolte a Ecopneus, un'entità senza fini di lucro creata dai maggiori produttori di gomme proprio per provvedere al loro smaltimento a fine vita.

Fatti salvi gli scopi istituzionali di Ecopneus, che funziona un po' come il consorzio Cobat per lo smaltimento delle batterie (sul cui prezzo d'acquisto grava appunto un contributo per il riciclaggio di quelle esauste), sottolineiamo che, ancora una volta, lo Stato ha incaricato l'Aci di riscuotere una parte dei quattrini che vengono prelevati a vario titolo dalle tasche di chi va in automobile, come già avviene per la tassa di possesso. In altre parole, L'Automobil Club Italiano è sempre meno un "club" a disposizione degli automobilisti e delle loro esigenze e sempre più una "longa manus" dello Stato, una specie di '"Agenzia delle Entrate" parallela utile a riscuotere i balzelli che li opprimono.
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